Per la prima volta la NASA conferma l'esistenza di un lontano pianeta che orbita nella zona abitabile della sua stella: si chiama Kepler-22b e si trova 600 anni luce da noi.
La NASA ha confermato che a circa 600 anni luce c'è un possibile pianeta gemello della Terra che orbita attorno a una stella simile al Sole, la cui collocazione potrebbe consentire la presenza di forme di vita. Battezzato Kepler-22b, il pianeta - scoperto dalla missione spaziale Kepler, è il primo pianeta di dimensioni inferiori a quelle di Nettuno trovato all'interno della zona abitabile della sua stella.
Questa regione abitabile - detta zona Goldilocks o Cintura Verde - è quella attorno a una stella che permette alla superficie del pianeta di non essere troppo calda o troppo fredda perché vi sia acqua allo stato liquido, permettendo quindi alla vita come noi la conosciamo di esistere.
Sono stati individuati anche altri pianeti situati nella zona Goldilocks, ma si tratta perlopiù di oggetti delle dimensioni di Giove o Nettuno, quindi inadatti a ospitare vita. Secondo Natalie Batalha, vice responsabile scientifico del progetto Kepler, "pianeti di queste dimensioni in regioni abitabili sono davvero una rarità, anche perché sono i più difficili da individuare".
Finora infatti solo due pianeti corrispondono a questo profilo - Gliese 581d e HD 85512 - ed entrambi orbitano ai margini estremi della regione abitabile delle loro stelle, il che li rende probabilmente più simili a Venere o a Marte che alla Terra. "Ciò che rende così entusiasmante questa scoperta è che il pianeta si trova proprio nel bel mezzo della zona", aggiunge Batalha. "inoltre, orbita attorno a una stella che sembra quasi una gemella del nostro Sole, mentre le stelle degli altri due pianeti sono decisamente più fredde".
Una scoperta fortunata
Per individuare questi nuovi mondi, la missione Kepler monitora simultaneamente 150.000 stelle misurandone le variazioni nell'intensità luminosa, oscillazioni che sono spesso dovute al passaggio dei pianeti che orbitano loro intorno. Dopo tre passaggi davanti a una stella osservata, i sistemi interpretano i segnali rilevati e stabiliscono l'esistenza o meno di un pianeta non ancora scoperto.
Kepler-22b era tra i 54 pianeti di dimensioni grossomodo simili alla Terra annunciati dalla missione nel febbraio scorso. Ma il satellite appunto necessita di almeno tre rilevazioni per confermare che la variazione corrisponde a un pianeta. "In questo caso siamo stati fortunati", racconta William Borucki, dell'Ames Research Center della NASA. "Il primo passaggio è stato rilevato solo tre giorni dopo che il satellite è stato operativo. Abbiamo assistito al terzo passaggio nell'estate del 2010".
Il nuovo pianeta ha circa 2, 4 volte il raggio della Terra, ma gli astrofisici non ne conoscono ancora la composizione: al momento infatti manca ancora un'informazione cruciale, ovvero la massa del pianeta. Il team Kepler spera comunque che la massa di di Kepler-22b possa essere calcolata con l'aiuto del nuovo megatelescopio terrestre delle isole Canarie, che inizierà le proprie osservazioni dalla prossima primavera. Il nuovo telescopio HARPS North infatti sarà in grado di misurare l'effetto doppler - le variazioni nell'intensità luminosa di un oggetto spaziale mentre si avvicina o si allontana dalla Terra - con un altissimo margine di precisione. Grazie a questa informazioni, i ricercatori saranno in grado di calcolare la massa, e quindi la densità, di Kepler-22b, stabilendo se si tratta di un pianeta roccioso o provvisto d'acqua.
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