Ricordate i Munduruku, una delle ultime tribù semi-primitive che non possiede il concetto del tempo, e i cui membri non sanno contare oltre a 5? Questo popolo di quasi 7.000 persone è stato sottoposto ad un altro esperimento dal dottor Pierre Pica, del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica francese. In questo caso, la ricerca era volta a comprendere se l'essere umano è dotato di un istinto naturale per la comprensione della geometria.
Le basi della geometria vennero poste dai matemaici dell'antichità. Popolazioni asiatiche e mediterranee elaborarono una geometria a volte molto complessa ben oltre 2.000 anni fa, ma contribuirono soprattutto a rendere chiari concetti che a noi, oggi, sembrano elementari, ma che possono risultare ostici da comprendere per una persona che non ha mai ragionato in termini geometrici.
Pensate a questo semplice concetto: una linea è in grado di connettere due punti. Oggi sappiamo definire (più o meno bene) cosa sia una linea o un punto, ma i Munduruku non si sono mai posti nessun problema simile nel corso di qualche migliaio di anni di esistenza della loro cultura.
Quella che per noi è una nozione elementare, per i Munduruku è un'astrazione che va ben oltre le loro conoscenze. In realtà, le cose non sono così semplici: si discute molto sulla nostra capacità innata di intuire la geometria, e oggi come oggi non sappiamo se l'essere umano sia dotato di questa caratteristica indipendentemente dalla propria formazione scolastica o dal linguaggio che utilizza quotidianamente.
Pica era deciso a comprendere se anche tra i Munduruku, che di certo non hanno ricevuto nemmeno un'istruzione elementare, la comprensione innata e istintiva della geometria fosse una caratteristica diffusa. "Il linguaggio Munduruku ha solo numeri approssimativi" dice Pica. "Non ci sono molti termini geometrici come quadrato, triangolo, o qualsiasi altra cosa, e non c'è alcun modo per dire che due linee sono parallele...sembra che il linguaggio non abbia questi concetti".
Pica e i suoi colleghi hanno ingaggiato 22 adulti e 8 bambini per intrattenere una serie di conversazioni basate su concetti geometrici, posti ai Munduruku in termini a loro comprensibili: al posto di due punti su un piano, ad esempio, il team ha proposto due villaggi su una mappa bidimensionale. I quesiti erano fondamentalmente di due tipi: descrivere in qualche modo le proprietà geometriche di una linea, e fare delle stime su angoli e lati di triangoli.
Come gruppo di controllo, Pica ha utilizzato 30 tra adulti e bambini francesi e americani, alcuni piccoli anche di 5 anni, ponendo loro lo stesso tipo di domande e sottoponendoli alle stesse situazioni.
Le risposte dei Munduruku sono state accurate quanto quelle dei soggetti francesi e americani. I Munduruku sembrano infatti avere un'intuizione del concetto di linea e della forma di alcuni poligoni senza alcuna educazione scolastica alle spalle, e senza nemmeno possedere termini nel loro linguaggio in grado di descrivere le figure che vedevano.
I risultati hanno anche mostrato che i bambini americani di 5-7 anni hanno una comprensione generica dello spazio geometrico, ma ottengono risultati inferiori ai quelli riscontrati tra i Munduruku e i bambini francesi.
"Sembra non ci sia una relazione causale: [i Munduruku] possiedono le conoscenze di geometria, e non è perchè siano espresse nel loro linguaggio" spiega Pica.
Curiosamente, i Munduruku hanno superato i "civilizzati" in termini di risultati quando i problemi proposti sono stati spostati da un piano orizzontale alla superficie di una sfera.
Secondo i ricercatori, i risultati di questa ricerca supportano due scenari ipotetici: il primo vede l'essere umano dotato di una sorta di "istinto geometrico" che raggiungerebbe il pieno sviluppo all'età di 7 anni; nel secondo scenario, invece, l'ipotesi è che questa comprensione istintiva della geometria si sviluppi man mano che approfondiamo la nostra esperienza dello spazio che ci circonda.
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