Producevano mattoni, tegole, coppi e vari tipi di laterizi per pavimenti. Succedeva 2200 anni fa ma le strutture sono così intatte che, con un minimo di restauro, potrebbero funzionare anche oggi. Le fornaci romane scoperte vicino a Cesena non solo sono le più integre mai rinvenute in Emilia-Romagna, e forse in tutta l'Italia Settentrionale, ma consentiranno di ricostruire una modalità di utilizzo che finora avevamo solo ipotizzato. Assolutamente eccezionali per l'alta datazione e lo stato di conservazione, rappresentano un tassello fondamentale per approfondire la conoscenza delle varie fasi della romanizzazione in questo territorio.
Il ritrovamento è avvenuto due mesi fa in località Borgo di Ronta durante i lavori per la realizzazione di una condotta delle acque del Canale Emiliano Romagnolo nel comprensorio di Cesena ovest. I resti dell'imponente complesso di epoca romana repubblicana, comprendente fra l'altro due fornaci e una pavimentazione a mattoncini, sono talmente importanti che si è deciso di deviare il tracciato locale della condotta per salvaguardare i manufatti.
Le indagini archeologiche sono state condotte dalla società La Fenice Archeologia e Restauro di Bologna, sotto la direzione scientifica dell'archeologa Maria Grazia Maioli di questa Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna.
Attualmente sono visibili due fornaci rettangolari di grandi dimensioni destinate alla cottura di laterizi (in particolare tegole e coppi), una pavimentazione in mattoncini riferibile ad una vasca di lavorazione, un grande vaso in terracotta (dolio) completamente interrato e resti di strutture murarie che mostrano, ben riconoscibili, le basi dei pilastri di un portico.
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