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2 Settembre 2004 ARCHEOLOGIA
Focus
Il vero volto della Mummia
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Nella maggior parte dei film sull'antico Egitto, disturbare il sonno di una mummia comporta un orribile corso di tragici eventi per lo sfortunato archeologo. Forse questi giorni sono finiti.

Tutto merito di alcuni ricercatori italiani che per la prima volta sono riusciti a ricostruire un modello a tre dimensioni di una mummia conservata al Museo egizio di Torino. Il volto di Harwa, un artigiano vissuto 3000 anni fa è tornato a farsi vedere senza togliersi le bende.

Sotto i raggi. La mummia è stata sottoposta a una TAC tridimensionale che ha "scattato" 355 immagini ai raggi X in pochi secondi. Grazie a una nuova tecnica, i ricercatori guidati da Federico Cesarani hanno composto le immagini che rappresentavano migliaia di sezioni del cranio, ciascuna spessa 0, 6 millimetri, in un'unica immagine tridimensionale. Sono così riusciti a determinare, con precisione millimetrica, dove finisce la pelle e iniziano le bende.

Identikit. Con l'aiuto di antropologi ed esperti della polizia scientifica di Torino, il capo di Harwa è stato ricostruito perfettamente: l'uomo aveva circa 45 anni al momento della morte, denti non particolarmente curati e un neo sulla tempia sinistra. Il cervello non c'è più, probabilmente asportato attraverso il naso, una pratica di imbalsamazione abbastanza comune.

Mummie a congresso. Lo stesso non è avvenuto a Kha, una delle 5 mummie che Cesarani ha "scannerizato" ai raggi X e che presenta oggi al V Congresso internazionale sulle Mummie a Torino. Kha, architetto del faraone, non era stato svuotato degli organi interni. Le altre mummie sono quella di Merit, la moglie dell'architetto, e quelle di tre donne che si ritiene fossero sorelle. Ipotesi ora non più consolidata: «Dopo una prima analisi delle radiografie non ci metterei più la mano sul fuoco» ha spiegato Cesarani a Focus.it. Ma il lavoro per analizzare tutti i dati e nel caso ricostruire il loro volto è ancora lungo.

La tecnica, oltre a un indubitabile valore per le ricerche storiche, potrà aiutare antropologi e medici a comprendere società e malattie del passato. Mentre la polizia scientifica potrà avvalersi di questi strumenti per identificare le vittime.