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20 Luglio 2004 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Morte sul Nilo
tempo di lettura previsto 7 min. circa

Nell´alfabeto dell´Egittologia, Abydo è la prima parola.

E´ il luogo dell´ultimo riposo dei primi re della prima dinastia, 5, 000 anni or sono.

E´ il luogo di nascita del culto del re divino.

E´ anche la rampa di lancio per il culto egiziano della morte.

Abydo si trova a svariati chilometri dal Nilo, ed approssimativamente a media via tra Cairo ed Aswan; a molta distanza sia dall´antica Menfi, che dai meravigliosi templi di Tebe e Luxor.

Ma l´egittologia inizia ad Abydo, nella prima sistematica evidenza del patto egiziano con la mortalità.

Questo è il luogo in cui i responsabili del corpo del faraone seppellivano le sue navi del deserto – una flottiglia di imbarcazioni di 20 metri, create per trasportare il re morto alla sua vita dopo la vita – e uccidevano e seppellivano ritualmente gli asini che ne avrebbero portato i molti beni. Uccidevano e seppellivano anche i suoi servitori, affinché si prendessero cura di lui anche dopo la morte.

Gli archeologi hanno confermato all´inizio di quest´anno che una serie di sepolcri attorno a due cortili cerimoniali erano stati creati allo stesso tempo del sepolcro principale cui accedevano, ed in un caso erano anche stati sigillati allo stesso tempo. Poiché la mummificazione era ancora una pratica troppo primitiva per preservare i corpi per lunghi periodi, la logica vuole che tutti i servi siano morti insieme al loro faraone.

David O´Connor, del Progetto per le Prime Dinastie di Abydo, non ha dubbi al riguardo: si è trattato di sacrifici umani.

"La maggior parte degli egittologi sospetta che fossero uccisi deliberatamente. Nei fatti, è piuttosto difficile ottenere evidenze definitive" ha dichiarato. "Questi individui ci appaiono piuttosto peculiari. Si trattava generalmente di giovani adulti maschi. Non vi è variazione di genere, o di età. Sembra un gruppo di persone selezionato in modo molto specifico."

Abydo non è un sito nuovo. Flinders Petrie, un gigante della scienza, scavò qui circa un secolo or sono, per esplorare le tombe dei re con nomi come Narmer e Aha, che vissero e morirono attorno al 3, 100 a.C. Per allora, le due terre dell´alto e basso Egitto erano state unite, e gli egiziani svolgevano i loro traffici commerciali sia nell´Oriente meridionale, ora Israele e Giordania, e Nubia a sud: un impero iniziava a prendere forma.

Aha – il cui nome significava Combattente – fu il primo re della prima dinastia. Narmer ("Viscido Pesce Gatto") fu l´ultimo re di quella che è ora chiamata la dinastia zero.

"Amo tutto ciò!" dichiara entusiasta O´Connor. "Gli egittologi! Abbiamo iniziato dalla dinastia uno e quindi abbiamo scoperto che vi furono altri re in tempi ancora precedenti. Così abbiamo istituito una dinastia zero, che si estende ormai indefinitamente, perché continuiamo a trovare personaggi precedenti e ancora precedenti che furono probabilmente re."

O´Connor è un professore di arte egizia ed archeologia alla New York University, e curatore emerito del museo egizio dell´Università di Pennsylvania. E´ di recente passato per Londra per guidare uno studio estivo presso la Bloomsbury Academy sul suo lavoro come co-direttore del progetto Abydo.

Questa è una missione estremamente impegnativa nel luogo in cui, egli dice, l´idea egiziana della sovranità fece il suo salto quantico.

In una celebre rappresentazione, Narmer indossa quelle che divennero famose come insegne faraoniche, nell´atteggiamento di un uomo in procinto di attaccare i suoi nemici. Questa è la posa che diverrà caratteristica per i re dei 3, 000 anni successivi.

Molto prima delle prime piramidi, l´Egitto aveva già iniziato a prendere forma. Proprio a nord delle tombe esplorate da Flinders Petrie, si trova una serie di monumenti funebri. Nessuno conosce per certo il loro scopo, perché ognuno di essi – una sorta di spiazzo in origine recintato da mura – è collegato ad una tomba reale. Questi spiazzi erano collegati a tombe secondarie, ed è in esse - profanate dai saccheggiatori, depredate di tutta la gioielleria di valore, con i corpi spesso smossi - che i ricercatori hanno trovato stringenti evidenze di sacrifici umani.

"Ai re morti veniva preparato un ricco corredo, comprendente qualsiasi cosa di cui avrebbero potuto avere bisogno nell´oltretomba. Li chiudevano nei sarcofagi, ed i corpi erano trattati in modo particolare. Nelle tombe mettevano poi indumenti, gioielleria, mobilio, e grandi quantità di cibo e bevande" spiega O´Connor. E di cosa avevano bisogno inoltre? Avevano bisogno di qualcuno che si prendesse cura di loro, che li aiutasse. "Quindi radunavano letteralmente gruppi di servitori e di cortigiani, probabilmente le stesse persone della corte del particolare re, e semplicemente li uccidevano, al tempo del rito funebre, per seppellirli poi presso il sepolcro del re, ed anche presso il suo monumento funerario ad un miglio di distanza verso nord" ha dichiarato O´Connor.

Quindi, vi erano le imbarcazioni. Nel mezzo del deserto, 11 chilometri ad ovest del fiume, non sono semplici sepolcri per corpi umani, bensì veri e propri sepolcri per imbarcazioni. Vi sono 14 barche, ognuna di 20 metri di lunghezza, formate di assi tenute insieme da una sorta di collante ricavato da vegetali, ognuna con la sua sovrastruttura indipendente per il corpo del defunto.

"Sono le prime imbarcazioni al mondo composte di assi di legno, fino ad ora. E ve ne sono 14" esclama O´Connor. "Non è come dire: oh! Abbiamo trovato un pezzo di una nave di assi di legno... Ne abbiamo 14 intere, complete, qui ad aspettarci".

Le prove sono nella sabbia, e solo nella sabbia. Nel 3000 a.C. vi era già un calendario, ed una scrittura, ma il materiale scritto risalente a questo periodo è piuttosto raro. Così gli egittologi devono costruire il loro quadro di un mondo svanito dalle ossa e dai reperti preservati dalla polvere, e rifiutati dai saccheggiatori di tombe. Ma il quadro, confermato nelle scritture di un´epoca di molto successiva, appare già chiaro nella prima Dinastia. La morte è un viaggio, e, per un re, è un viaggio molto ben preparato. Più interessanti ancora sono i recinti associati con ogni viaggiatore reale. Erano circondati una volta da spesse mura, alte fino a 9 metri. Uno di essi è ancora visibile, con le sue mura di cinta. Le altre sono state livellate, e non per caso. In ogni recinto, tutte le pareti sono ridotte alla stessa altezza ed i tronconi rimanenti sono coperti dalla sabbia e dalla ghiaia trasportate per il proposito.

"Sembra le cose si svolgessero così: una volta costruito il sepolcro, il re veniva portato alla sua tomba un miglio a sud. Il corpo del re poteva essere portato a visitare la struttura costruita per lui, ma non lo sappiamo con certezza. Tutti avevano una cappella ad un´estremità, malgrado fosse vuota... possiamo mostrare che le cappelle erano usate nel corso di un periodo per i culti, ma apparentemente non per un periodo molto lungo: alcune settimane, alcuni mesi, non possiamo quantificarlo. Ma, in un tempo molto remoto nella storia del monumento, esso veniva letteralmente demolito, deliberatamente abbattuto" spiega O´Connor.

Perché un monumento costruito tanto accuratamente, veniva poi buttato giù poco tempo dopo?

"Come ogni altra cosa che è stata seppellita, era stata trasferita nell´oltretomba. I servitori ed i cortigiani sono messi nelle tombe e portati nell´oltretomba; le barche sono state seppellite, gli asini sono stati seppelliti" continua. "Ma non si più seppellire qualcosa che si trova a 9 metri di altezza, così è necessario ridurne l´altezza prima di seppellirlo".

Le tombe sono state saccheggiate, probabilmente entro pochi mesi dai sacrifici funebri. I saccheggiatori non erano interessati alle giare di vino o ai vasi di pietra, ma le parti superiori dei corpi sono state smosse, il che fa pensare che la gioielleria ed i monili siano stati presi. Gli arti inferiori sono invece stati lasciati al loro posto. I sarcofagi sono stati aperti, ed i coperchi lasciati da un lato.

E´ una strana dicotomia, ha dichiarato O´Connor. "Come può tutto questo essere accaduta e queste ruberie essere seguite quasi immediatamente? Evidentemente per chi compiva questi atti sacrileghi, la ricchezza che si riusciva ad accumulare valeva a superare la preoccupazione per la violazione del corpo del morto.

Gli egiziani erano consapevoli di ciò, così successivamente, quando iniziarono ad aggiungere delle iscrizioni alle loro tombe, non dimenticavano di specificare le maledizioni per chiunque avesse osato disturbate la cappella o tentare di saccheggiare la tomba.

"Nei fatti, abbiamo scoperto che queste tombe erano spesso saccheggiate, e queste è una pratica che risale indietro fino alla prima dinastia. Era un fatto di vita nell´antico Egitto."