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10 Luglio 2004 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Dagli scavi nuovi tesori archeologici
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Palestrina archeologica aggiunge un nuovo tassello al suo ricco patrimonio. Nel corso dell'ultimo anno, infatti, gli archeologici, con Filippo Demma in testa, hanno riportato alla luce un'ampia fetta di quella che era la città antica nell'area sottostante via del Borgo. Un'area ubicata a metà tra il santuario e la zona del Foro romano che, seppur già descritta negli studi del 1885, solo oggi risulta oggetto di un intervento organico condotto con criteri scientifici.

Sono emerse due nuove terrazze artificiali, costruite in opera poligonale sfruttando il banco di calcare preesistente. In quella superiore un ninfeo dove tre nicchie fontana (quelle rinvenute finora) ricevevano acqua da un livello superiore ed erano collegate tra loro mediante una serie di canalette scavate sotto l'impiantito. Da qui l'acqua defluiva nella terrazza inferiore dove una grossa fontana monumentale, formata da un'abside e da un piccolo parapetto, si inseriva nell'imponente struttura in opus quadratum tufacea. L'acqua cadeva nel ninfeo dall'alto ed alcuni alloggiamenti lasciano pensare alla presenza di finte stalattiti, simili a quelle presenti nell'Antro delle Sorti, che avevano la duplice funzione di spezzare il getto dell'acqua e dissimulare la presenza del foro. Intorno alla terrazza, un lungo portico, le cui terrecotte architettoniche permettono una datazione al secondo secolo prima di Cristo.

«La presenza di ampie buche regolari a terra - spiega la direttrice del Museo Archeologico, Sandra Gatti - rendono possibile la suggestiva interpretazione che ospitassero una serie di alberi, a comporre un boschetto sacro realizzato in una fase legata al Santuario della Dea Fortuna».

Di sicuro, nel secondo secolo Praeneste fu oggetto di lavori di risistemazione con la realizzazione di un sistema idrico d'eccezione che attraversava l'intero nucleo cittadino, collegate con gli edifici del foro e l'aula absidata. Il rammarico degli addetti ai lavori è che lo scavo si sia dovuto interrompere per mancanza di fondi. Ma il tesoro archeologico di Palestrina, già ampiamente visibile ai turisti, continua a riservare sorprese.