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5 Marzo 2004 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
L'Iraq potrebbe riscrivere i libri di archeologia
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BAGHDAD – L´Iraq, isolata da anni di guerra e sanzioni, resta così ricca di antiche meraviglie del passato che gli esperti ritengono che i libri di archeologia potrebbero dover essere riscritti nel giro di un decennio.

Con la ripresa di scavi e ricerche, grazie a nuove condizioni di sicurezza, potrebbero emergere le prove necessarie a dimostrare che nell´area esistesse una società avanzata, molto prima di quanto ritenuto in precedenza, ha dichiarato il DR John Russell, professore di archeologia al Massachusetts College di Boston.

"Un decennio di ricerca in Iraq potrebbe riscrivere i libri di archeologia, senza dubbio" ha dichiarato Russell, che svolge attualmente funzioni di consulente anziano presso il Ministero Iracheno della Cultura, all´apertura di un nuovo laboratorio di conservazione e restauro al Museo Nazionale Iracheno di Baghdad.

"Vi è una quantità fenomenale di testimonianze del passato in questo paese, la maggior parte della quale ancora da scoprire. Ma nel corso del tempo ci riusciremo, e dovremmo ripensare totalmente alle nostre comuni convinzioni."

Nel 1989 e 1990, Russell ha condotto scavi al sito di Ninive, l´antica capitale dell´Impero Assiro, che si trova lungo il fiume Tigri nell´Iraq settentrionale, presso la Mosul del tempo presente.

Ogni anno, ha raccontato, il suo team ha compiuto progressi e scoperte che spingono essenzialmente indietro la cronologia dell´antica civiltà di un millennio. "E´ assolutamente incredibile, sono scoperte senza precedenti. Ma l´Iraq è fatto così" ha dichiarato.

Spesso definita come la culla della civiltà, i confini del moderno Iraq abbracciano l´antica Mesopotamia, l´area tra i fiumi Tigri ed Eufrate, che fu la fondazione per le più antiche società del mondo.

Nel corso dei secoli, scoperte immensamente importanti sono state fatte nell´area, dalla città sumera di Ur nell´Iraq meridionale, con il suo massiccio ziggurat, all´antica Babilonia a sud di Baghdad.

TESORI IN ESPOSIZIONE

Oltre questi siti ormai ampiamente conosciuti, ve ne sono tantissimi altri, insediamenti meno famosi che sono stati accuratamente scavati, e probabilmente dozzine in più che debbono ancora essere scoperti.

Ma il grosso problema è la sicurezza. Quasi un anno dopo la caduta di Saddam Hussein, molte aree continuano ad essere a rischio, e i saccheggiatori armati sono nemici comuni, in particolare nei siti più remoti.

Nello scorso aprile, alcuni giorni dopo la caduta di Saddam, i predoni hanno sferrato un altro terribile attacco contro l´antico patrimonio iracheno, prelevando grandi quantità di manufatti senza prezzo dal Museo Nazionale, molti dei quali non sono ancora stati recuperati.

Circa 5, 000 sigilli cilindrici, piccole pietre cilindriche incise con disegni decorativi usate per identificare tavolette e ceramiche, sono stati rubati insieme con la cosiddetta Mona Lisa sumera, una scultura di alabastro di 5000 anni del volto di una donna.

Questa maschera e circa 1, 000 sigilli sono stati recuperati, ma Russell, che sovrintende il restauro del museo, ha dichiarato che circa mancano ancora 20 "pezzi unici di classe mondiale", insieme ad una stima di circa 10, 000 opere minori.

Alcuni dei pezzi sono stati portati fuori dall´Iraq, e gli investigatori operano instancabilmente per tentare di recuperare oggetti portati in Svizzera, gli Stati Uniti e l´Inghilterra.

Ma Russell ritiene che la maggior parte dei manufatti si trovi ancora in Iraq, e dice che il tasso di recupero per quelli rubati, si aggira attorno al 25%, meglio di quanto sia mai stato.

Spera che il museo, estensivamente rinnovato, riaprirà nei prossimi mesi se le condizioni di sicurezza lo permetteranno, permettendo ai più grandi tesori della storia irachena di essere ancora esposti al pubblico.

"Questo è uno dei più grandi musei del mondo" ha dichiarato. "Speriamo di trasformarlo in breve tempo in un istituto di ricerca accademica che diventi punto di riferimento per storici ed archeologi di tutto il mondo".