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5 Gennaio 2004 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
La fedele riproduzione della nave incisa su una lastra in pietra di 2.800 anni fa
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Pesaro - Chi si ricorda ancora di Stele, la fedele riproduzione della nave incisa su una lastra in pietra di 2.800 anni fa e rinvenuta a Novilara nel 1860? Uno strano destino segna la vita di questa originale imbarcazione, progettata dall'ingegner Marco Cobau, finanziata con fondi comunitari e realizzata da un gruppo di ragazzi della comunità di recupero "L'imprevisto" di Pesaro. Un'esperienza di rilievo non solo sociale, ma anche storico e culturale che aveva suscitato l'entusiasmo di istituzioni e associazioni. Ben presto, però, affievolito visto che dopo alcuni viaggi dimostrativi lungo la costa marchigiana la nave è stata ingloriosamente confinata in fondo al porto canale di Pesaro dove, pian piano, fra l'indifferenza generale, è miseramente sprofondata nell'acqua salmastra. Recuperata e riparata, dall'agosto del 2002 l'imbarcazione è entrata a far parte dei percorsi didattico-culturali del "Parco Le Navi" di Cattolica, innovativo parco marino che si sviluppa all'interno delle filanti "navi", monumento di architettura neofuturista progettato e realizzato negli anni '30 dall'architetto Clemente Busiri Vici e che richiama una flotta navale alla fonda. Il pubblico, confermano dal parco, ha risposto bene all'iniziativa che, integrata nel percorso, offre un importante spunto sul tema dell'archeologia navale e sulla storia delle civiltà che impararono a sfruttare la navigazione come strumento efficace per il commercio e per la conquista di nuovi orizzonti. Quelli che forse la nostra zona ha perso di vista: la vicenda di "Stele" stride un po' con il grande entusiasmo per gli interventi di restauro dei beni monumentali e del recupero delle origini che, negli ultimi tempi, hanno catterizzato numerosi centri della nostra provincia. La nave, comunque, rimane di proprietà della Cooperativa di Mutuo Soccorso di Novilara ed è stata ceduta al parco di Cattolica soltanto in comodato d'uso, quasi a non voler spezzare del tutto quel sottile filo di nostalgia che la unisce ai lidi pesaresi. E dall'alto della maestosa protome d'ariete gli occhietti di "Stele" continuano a scrutare verso sud, quasi alla spasmodica ricerca della sua Itaca.