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23 Settembre 2009 ARCHEOLOGIA
Alessandra De Stefano Viveur.it
Frammenti di storia sommersa
tempo di lettura previsto 4 min. circa

VALONA (ALBANIA) Da poche settimane si è conclusa la terza missione del Progetto Liburna. Archeologia subacquea in Albania, dell´Università degli Studi di Foggia, che si è svolta fra il 27 luglio e il 10 agosto, sotto la direzione di Giuliano Volpe e il coordinamento di Danilo Leone e Maria Turchiano, dal Dipartimento di Scienze Umane dell´Università degli Studi di Foggia, in collaborazione con l´Istituto di Archeologia del Centro studi albanologici di Tirana.

L´équipe di ricerca è formata da una ventina di archeologi (ricercatori, dottori di ricerca, dottorandi e studenti delle Università di Foggia e di Tirana) e tecnici subacquei provenienti da Foggia e Roma. Come già anticipato nel numero 28 del nostro giornale, il progetto - avviato nel 2007 - si avvale del supporto di numerosi partner ed enti promotori tra cui il Ministero per gli Affari Esteri (che lo ha inserito tra i Progetti di Rilevante Interesse Scientifico), l´Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, l´Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo, l´Associazione ASSO di Roma, la società Pentotary di Foggia, il Ministero della Cultura Albanese, l´Università di Tirana, la Marina Militare Albanese e la Guardia di Finanza italiana - Nucleo Frontiera Marittima di Durazzo. Ambiziose e di grande importanza sono le finalità formative del Progetto Liburna, con l´istituzione di corsi di archeologia subacquea da parte dell´Università di Foggia presso il Museo archeologico di Durazzo e la promozione dell´attività di tutela e di valorizzazione del patrimonio archeologico sommerso, attraverso la creazione di strutture stabili albanesi di ricerca archeologica subacquea, la formazione di archeologi e di un nucleo di polizia addetto alla vigilanza delle coste, infine l´allestimento di un Museo del Mare e di parchi archeologici subacquei.

Mentre la prima missione ha interessato la Baia di Porto Palermo, le indagini successive si sono concentrate nella baia di Valona, l´antica Aulona, e l´area dell´antica Orikum, sede di una famosa battaglia navale combattuta dalle flotte di Cesare e Pompeo nell´ambito della guerra civile nella metà del I secolo avanti Cristo. È stato, dunque, indagato sistematicamente il litorale del promontorio di Karaburun, costellato da cave antiche di calcare per l´estrazione di materiale da costruzione utilizzato, ad esempio, per la realizzazione delle mura dell´antica città di Apollonia e da splendide baie, approdi naturali lungo la navigazione come la Baia di Dafine, la Baia dell´Orso e la Baia di Grama, sede di un santuario marittimo, sulle cui pareti rocciose si conservano centinaia di iscrizioni in greco, latino, albanese, databili tra antichità ed età moderna.

Lungo tutto il litorale di Karaburun sono stati individuati, fino ad una profondità di 40 metri, numerosi siti di interesse archeologico, documentati sia da materiali isolati o da oggetti gettati a mare dalle navi ancorate in occasione di tempeste sia da tracce di relitti antichi. I materiali recuperati, prevalentemente anfore commerciali, cioè contenitori adibiti al trasporto di olio, vino, frutta, olive e salse di pesce, sono databili dall´età arcaica fino al Medioevo, con una provenienza dalla Magna Grecia, dalla Grecia, dal litorale italico (adriatico e tirrenico), dall´Africa e dall´Oriente. Questi rinvenimenti testimoniano che l´Albania era inserita nelle principali rotte commerciali, con contatti soprattutto con l´area adriatica e il Mediterraneo orientale.

Sono state inoltre recuperate numerose ceramiche e oggetti vari di età medievale e moderna, un´ancora di ferro bizantina, verosimilmente abbandonata da un´imbarcazione che, in situazione di difficoltà, non era riuscita ad effettuarne il recupero, una statuina di bronzo raffigurante Atena, del I-II secolo dopo Cristo, in ottimo stato di conservazione, forse parte di una stadera, un elemento in bronzo della nave e una moneta bronzea dell´imperatore Gallieno (253-268 dopo Cristo).

Tutti questi rinvenimenti sono attualmente conservati presso il Museo di Valona.

Da un punto di vista logistico e operativo, la giornata lavorativa era scandita dalle ricerche in mare che ne occupavano la maggior parte, con attività di ricognizione e scavo archeologico (la prima consiste in sopralluoghi sistematici finalizzati all´individuazione e interpretazione di evidenze archeologiche; lo scavo archeologico subacqueo, invece, viene effettuato in un´area stabilita mediante l´utilizzo di sorbone, cioè aspiratori, che permettono l´asportazione del sedimento marino e l´esposizione dei reperti) con il supporto logistico dei mezzi navali della Guardia di Finanza e dalle attività di primo restauro, catalogazione e disegno dei reperti, svolte in alcuni locali della Marina di Orikum, una struttura turistica gestita da imprenditori toscani.

Per effettuare ricerche di questo tipo non basta, dunque, essere semplici archeologi; bisogna possedere un brevetto di attività subacquea e, naturalmente, avere una buona familiarità con gli ambienti acquatici.

Un ulteriore elemento di fascino, secondo la testimonianza diretta di chi scrive, che ha condito questa avventura scientifica emozionante e coinvolgente, oltre alla bellezza dei luoghi, alcuni dei quali tuttora incontaminati e all´armonia, allegria e spirito di cooperazione di un gruppo così eterogeneo, è derivato dagli elementi di folklore e cultura albanese, tuttora probabilmente poco conosciuti, che hanno scandito lo scarso tempo libero dell´équipe, al suono e al ritmo dello zufolo di melodie adriatiche orientali.

i: www.archeologia.unifg.it/ric/Prog/Liburna.asp; www.assonet.org

Progetti d´autunno

Con la stagione autunnale riprendono le attività archeologiche dell´Università degli Studi di Foggia rispettivamente nel complesso religioso tardoantico di Piano San Giovanni a Canosa (VI secolo dopo Cristo) a partire dallo scorso lunedì e nella villa aristocratica di Faragola nel territorio di Ascoli Satriano a partire da lunedì 14 settembre. Le due campagne di scavo si protrarranno fino alla fine di ottobre. i: www.archeologia.unifg.it