Ercolano (Napoli) - Sorretta da un guscio di vetroresina e circondata da una struttura in acciaio i resti di un'antica barca dei pescatori ercolanesi sorpresi dalla furia del Vesuvio nel 79 D.C. troneggia in un padiglione del Museo degli scavi di Ercolano interamente dedicato ai reperti archeologici testimonianze di attivita' marinare. Dopo un complesso ed accurato restauro di circa due anni - finanziato con fondi Por 2000-2006 e realizzato dalla De Feo Restauri di Roma - la barca potra' essere ammirata da turisti e studiosi in una stanza appositamente realizzata per la musealizzazione. Ad inaugurare la nuova area degli scavi, questo pomeriggio il sopritendente per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, Pietro Guzzo, l'assessore campano ai Beni culturali Oberlan Forlenza, il capo della Segreteria del presidente Bassolino Giuglielmo Allodi, la Direttrice degli Scavi di Ercolano Maria Paola Guidobaldi ed il sindaco di Ercolano Gaetano Daniele. Il ritrovamento della barca risale al 3 agosto 1982 e si deve all'intuizione di Giuseppe Maggi all'epoca Direttore degli Scavi. Nella zona davanti alle Terme Suburbane inizio' a emergere dall'interro vulcanico la chiglia di una barca rovesciata dalla furia dell'eruzione. Lo scafo era stato sepolto dai flussi piroclastici rimanendo sigillato nella coltre di materiali vulcanici che si induri' rapidamente garantendo, con la mancanza di ossigeno, la conservazione dei legni. Lunga oltre 9 m, con una larghezza massima di circa 2, 20 m e un'altezza massima di circa 1 m dalla chiglia al bordo, la barca ha una linea che ricorda quella di un grosso gozzo marinaro moderno.
Prevedeva la presenza di tre scalmi per lato e poteva quindi essere mossa da tre coppie di remi. Era dotata di un timone esterno a remo che era bloccato alla barca da una cima, che e' stata rinvenuta durante lo scavo.
''Presentiamo al pubblico la prima fase del restauro della Barca, un reperto eccezionale che assomma in se' alcune delle piu' significative peculiarita' degli Scavi di Ercolano: la stupefacente conservazione dei materiali organici e la cruda evidenza della tragedia che si consumo' nella notte dell'eruzione'' commenta la direttrice degli Scavi Guidobaldi.
Il padiglione della Barca - aperto il sabato e la domenica dalle 10, 00 alle 12, 30 e dalle 14, 00 alle 17, 00 - offre al visitatore una serie di reperti archeologici testimonianze di attivita' marinare degli ercolanesi., Fra questi la punta di una prua miracolosamente non bruciata al punto che si possono vedere tracce del colore con cui era stata dipita: rosso cinabro. Il restauro e la musealizzazione della barca rientra in una serie di lavori finanziati con Fondi Europei che comprendono l'allestimento di un'area del parco archeologico compresa fra il Nuovo Ingresso agli Scavi e l'area della Villa dei Papiri; la messa in sicurezza e la valorizzazione della Scarpata Nord degli Scavi; il nuovo Ponte di accesso agli Scavi. A cio' si aggiunge un impianto fotovoltaico e idrogeno finanziato con fondi Ue dalla Regione Campania. ''Qusta e' solo una tappa della storia di Ercolano - dichiara l'assessore Forlenza - continueremo a lavorare per migliorare l'accoglienza dei turisti e la valorizzazione del patrimonio avvalendoci della sinergia fra Regione e Ministero. Dopo l'estate sono gia' programmatri altri interventi''. Ed il sindaco di Ercolano Nino Daniele assicura che sono gia' inseriti nella programmazione 2007/2013 uletriori progetti per gli Scavi, in particolare quelli del ''completamento del percorso delle passeggiate archeologiche'' e quelli attraverso i quali ''si potra' portare alla luce la Basilica di Nonio Balbeo''.
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