
Della tribù del Popolo delle Nuvole, ad oggi, si sa poco o nulla. Si tratta di un'antica civiltà andina di pelle bianca e dai capelli biondi ed i lineamenti delicati - su cui da sempre si interrogano gli studiosi dal momento che non si attestano stabilimenti di popolazioni europee in questa zona, dove la maggior parte degli abitanti è di pelle scura - distrutta da malattie e guerre nel XVI secolo.
In una zona isolata del Perù, conosciuta per le sue bellezze naturalistiche, gli archeologi sono riusciti a trovare una cittadella fortificata sull'orlo di un baratro che la tribù dei Chachapoya potrebbe aver utilizzato come osservatorio per spiare il nemico. A questo punto gli storici sperano di togliere il velo sul segreto dei Guerrieri Bianchi delle Nuvole.
Secondo l'archeologo Benedict Goicochea Perez.Rock, l'accampamento principale è costituito da abitazioni dalla pianta circolare costruite in pietra, coperte dalla vegetazione della giungla in uno spazio di oltre12 acri, alcune delle fortificazioni sono coperte da dipinti e accanto alle dimore ci sono delle terrazze che si pensa siano state utilizzate per macinare semi e piante per cibarsene o per uso medicinale.
I Chachapoya si espansero sulle Ande peruviane dall'800 d.C. e furono assoggettati dagli Incas nel XV secolo. Furono proprio i conquistatori incaici a dar loro il nome di Chachapoya, ovvero: popolo delle nuvole, probabilmente per il fatto che costruivano i loro insediamenti su alture di montagna immerse nella nebbia. Un secolo dopo, con l'arrivo degli spagnoli, il popolo delle nuvole scomparve, sterminato dalle infezioni provenienti dall'Europa. A causa dei saccheggi, poco è rimasto agli archeologi per poter studiare le loro abitudini di vita prima del IX secolo. Gli scienziati sperano di trarre altre informazioni dai ritrovamenti effettuati da una spedizione a Jamalca, nella provincia peruviana di Uctubamba, 500 miglia a nord-est della capitale Lima. Fino ad ora, la maggior parte delle conoscenze che si hanno su questa popolazione è dovuto al tramandarsi delle leggende inca, non si sa nemmeno che nome avesse realmente questa tribù di "guerrieri dalla pelle bianca ed i capelli chiari".
La loro cultura è conosciuta per la fortezza di Kuellap sulla vetta di una montagna a Uctubamba, che può essere paragonata in scala all'eremo di Machu Picchu degli Inca, costruito centinaia di anni dopo.
Due anni fa gli archeologi trovarono un cimitero sotterraneo dentro una grotta, con cinque mummie, due delle quali avevano ancora intatti la pelle ed i capelli. I Chachapoya avevano un forte culto dei defunti, molti dei quali erano conservati in sarcofagi costruiti con fango e argilla e dipinti con decorazioni. Mettevano i propri morti in nicchie di pietra a due metri e mezzo di altezza, a picco sulle montagne. Dopo aver messo il corpo del defunto nella nicchia in posizione fetale, veniva avvolto in tessuti decorati su cui era stato dipinto un ritratto; è ancora un mistero se questo popolo imbalsamasse e privasse delle interiora i corpi dei defunti come facevano gli egizi. I corpi si sono conservati intatti fino ad oggi grazie al microclima secco in cui si trovavano.
Pedro Cieza de Leon, cronista dei Chachapoyas, ha scritto della tribù "Sono le persone tra le più belle e dalla pelle più bianca che abbia mai visto, le loro mogli erano così meravigliose che per la loro gentilezza, molte di loro meritavano di essere mogli degli Inca e portate al Tempio del Sole. Le mogli e i loro mariti vestivano sempre abiti di lana e le loro teste coperte dal llautos (un turbante di lana), il loro simbolo, perché vengano riconosciuti ovunque".






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