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5 Febbraio 2004 ARCHEOLOGIA
Al-Ahram Weekly Online
Esplorazione di una tomba reale
tempo di lettura previsto 9 min. circa

Su una sporgenza, sul lato occidentale della Riva Occidentale di Luxor, esattamente presso il declivio di fronte alla Valle dei Re, giace l´ultima dimora di Amenothep III, uno dei più grandi faraoni della storia d´Egitto. L´immensa tomba di pietra fu costruita lontana dai suoi parenti reali, con un progetto interno e decorazioni differenti da quelle dei predecessori del Faraone.

Il regno di Amenothep il Magnifico fu pacifico e prospero. La sua era fu uno dei periodi più artistici dell´Antico Egitto. Fu lui il Faraone che raccolse i benefici delle conquiste dei suoi predecessori, e Tebe raggiunse il culmine della sua gloria nel corso del suo regno di 36 anni, che durò dal 1414 a.C. al 1376 a.C.

La sua tomba fu una delle più grandi della Valle dei Re, ed un assortimento di offerte votive alle fondazioni dell´edificio, scoperte all´entrata, a rappresentare i rituali compiuti in occasione del seppellimento, fu trovato da Howard Carter nel 1915. Perfino prima, nel 1912, un mercante di antichità aveva venduto a Carter tre piastrine per braccialetto, iscritte con il nome di Amenothep III e della sua consorte, la Regina Tiye. Ciò sollevò il suo interesse nella tomba, e nello scavare il profondo condotto del pozzo nei sotterranei; all´interno di esso, scoprì una quarta di tali piastre, come anche un raffinato mozzo della ruota di uno dei carri. E mentre ripuliva lo sbocco di un corso d´acqua sotto l´entrata della tomba, Carter dissotterrò un ushbati, privo delle gambe, della Regina Tiye, insieme con frammenti di porcellana, vetro, cinque offerte votive intatte ed una saccheggiata, risalenti al tempo in cui iniziarono i lavori alla tomba, ovvero durante il regno di Thutmosis IV. Trovò anche un frammento dello scrigno canopo di calcite di Amenothep, all´interno della camera funeraria.

Ma Carter non vi tornò più. Era ossessionato all´idea di trovare la tomba di Tutankhamun; il sepolcro di Amenothep rimase così, per lungo tempo, in un deplorevole stato di abbandono.

Alla fine degli anni ´80, l´Università Giapponese di Waseda prese ad interessarsi di questa splendida tomba. Iniziarono a scavare e documentare le precedenti opere di restauro e conservazione, ma non era una missione facile. Questo essenzialmente perché, nell´agosto del 1799, molto prima del coinvolgimento di Carter, due ingegneri della spedizione scientifica di Napoleone, s´imbatterono nella tomba e fecero incetta degli oggetti che trovarono. In seguito, fu dimenticata dagli studiosi e saccheggiata ripetutamente. I viaggiatori del XIX secolo scoprirono la via d´accesso alla tomba, ancora parzialmente riempita di pietrisco: ne danneggiarono le pareti interne e quel che è peggio, portarono via un gran numero di piccoli oggetti come souvenir della loro visita. Alcuni arrivarono perfino al punto di tagliare via parti della splendida decorazione dipinta nella tomba, ed ecco come un raffinato ritratto in rilievo di Amenothep III raggiunse il Museo del Louvre di Parigi, mentre una gamba rotta della figura ushabti della sua amata moglie Tiye è oggi in mostra alla Biblioteque National de France.

Il gruppo archeologico di Waseda si è preoccupato di pulire e scavare quel che rimane delle squisite decorazioni del monumento dopo il brutale sfregio subito. Nel processo, sono state individuate altre sette offerte alle fondazioni, più piccole e prive di iscrizioni. Contenevano la testa e alcune piccole ossa di un vitello, cinque vasi di ceramica in miniatura, un modello di culla di legno ed un´incisione di legno di un nodo di corda simbolico, tutte all´interno di un cesto di canne. Hanno trovato anche parecchie centinaia di frammenti di materiale funerario.

Esami dettagliati della struttura della tomba hanno rivelato la necessità di un´opera di consolidamento prima del restauro, e il team ha osservato che il sale che penetrava attraverso le pareti aveva causato lo sbriciolamento di alcuni rilievi dipinti.

Le colonne nelle camere interne mostravano anch´esse evidenze di danni da sale.

All´inizio della XVIII Dinastia le tombe reali consistevano in una scala d´entrata seguita da una serie di quattro passaggi separati da scalini o da rampe, con curve e svolte che conducevano ad un´ampia sala colonnata e alla camera funeraria. La tomba di Amenothep non è tradizionale del periodo. Notevolmente differenti, secondo Zahi Hawass, segretario generale del Supremo Consiglio di Antichità Egiziano, sono la camera ricavata alla base del condotto del pozzo, il corridoio tra l´anticamera e la camera sepolcrale, e le due camere sepolcrali colonnate che si ritiene potessero essere dedicate a sua moglie Tiye e alla sua figlia principessa Sitamun.

La tomba è relativamente ampia. Seguendo l´entrata e la sua serie di scale e corridoi si trova il condotto di un pozzo, dopo il quale viene una piccola sala, con due pilastri e quindi un´altra scala. Dopo di essi, si trova un corridoio che guida all´anticamera, e questa da su una piccola sala con due pilastri su due rami. Tra le ultime due colonne si trova una scala corta che conduce alla vera cripta funeraria. E´ qui che è stato trovato il sarcofago di Amenothep.

Una caratteristica irregolare di questa tomba è la presenza di due camere, ognuna delle quali con due pilastri ed una camera di conservazione, che conducono al di fuori della camera sepolcrale. Sia Carter che il gruppo giapponese vi hanno trovato una serie di oggetti che fanno pensare che potrebbero essere state dedicate al seppellimento della Regina e della Principessa che in seguito divenne sua moglie. Troviamo un parallelo nel palazzo, dove Amenothep III sembra aver voluto sistemare una serie di stanze tra la sua e quella di Tiye.

Il gruppo di Waseda ha portato avanti il suo studio e deciso un programma di restauro. Hanno iniziato il primo livello di restauro all´inizio del 2003 sotto la supervisione degli esperti dell´UNESCO e con la collaborazione di esperti italiani che avevano in precedenza portato avanti ricerche ed operazioni di conservazione/restauro sulla bellissima tomba della Regina Nefertari nella Valle delle Regine. Sabri Abdel-Aziz, capo del Dipartimento di Antico Egitto al SCA, ha dichiarato che il progetto è stato finanziato dal governo giapponese con uno stanziamento di circa 1, 000, 000 di dollari. Il primo stadio è stato adesso completato ed il secondo e terzo saranno eseguiti a breve.

"Il progetto richiederà un altro anno di restauro, finalizzato a rinforzare la struttura della tomba e le dilaganti crepe sulle pareti, con l´ausilio della più moderna tecnologia" ha dichiarato Abdel-Aziz. "Dopo sarà prestata attenzione alle raffinate pitture interne alla tomba, che non sono mai state ripulite."

El-Beyali ha dichiarato che la gamba spezzata della figura ushabti della Regina Tiye, che Carter trovò in una di queste stanze, ha fino ad ora costituito un enigma per gli Egittologi.

Secondo le antiche pratiche religiose egiziane, una regina non sarebbe dovuta essere seppellita allo stesso tempo di un Faraone, ed una volta che un monarca per cui la tomba era stata costruita, veniva seppellito, nessuno avrebbe potuto riaprirla. Così ci si chiede: come può la statuetta rotta delle regina essere finita dentro la camera?

Nicholas Reeves, nel suo lavoro The Complete Valley of the Kings, scrive che quando Carter trovò il pezzo credette che la Regina Tiye fosse stata seppellita con suo marito. Invece Reeves revoca in dubbio questa ipotesi: Amenothep potrebbe avere anche desiderato che entrambe le sue regine, Tiye e Sitamun, venissero seppellite con lui, e di conseguenza aver preparato due sale per loro. Ma entrambe sembrano essergli sopravvissute, e, dal momento che l´introduzione nel sepolcro di una o di entrambe in una data successiva, avrebbe significato profanare la sacralità della sepoltura, e perfino distruggere le scene che sembrano essere state dipinte dopo il seppellimento all´entrata del condotto del pozzo, si può pensare che siano state predisposte sistemazioni alternative per le regine.

Reeves riporta che niente era conosciuto della sistemazione funeraria di Sitamun, che scomparve dalla scena poco dopo la morte di Amenothep III. Ma la Regina Tiye evidentemente morì nel corso del regno di suo figlio Akhenaten, che le dedicò un tempio dorato (trovato in KV55) ed un sarcofago di granito rosso di cui un frammento è stato trovato in una tomba reale a Tel Al-Amarna.

Quel che rende il quadro ancora più confuso, è che l´ushabti trovato nella tomba di Amenothep era iscritto con il nome di Tiye come la "grande moglie reale" e "madre reale", il che suggerisce sia stato fabbricato durante il regno di Akhenaten. Ma come potrebbe Akhenaten avere inserito oggetti del corredo funebre di sua madre nella tomba di suo padre? Reeves conclude che la loro presenza sarebbe stata più semplicemente spiegabile se i regni di Amenothep III e di suo figlio fossero stati concorrenti; e aggiunge che se vi fosse stata una co-reggenza, questa figura non sarebbe stata interpretata come un ushabti, bensì come un´immagine votiva offerta dalla regina in occasione del seppellimento di suo marito.

"Tra i più spettacolari motivi decorativi nella tomba abbiamo quello all´ingresso del condotto del pozzo, che raffigura il Faraone con il ka (anima) reale, davanti alle dee Hathor e Nut, " ricorda El-Beyali. Sulle pareti del condotto del pozzo Hathor guida un gruppo di divinità mente Nut ne guida un altro. Qui, è ritratta l´entrata del faraone morto nel reame occidentale dei morti. Anche nel condotto del pozzo si trova una scena che mostra Hathor che riceve sia il Faraone che il ka di suo padre, Tuthmosis IV.

In aggiunta alle decorazioni formali della tomba, il gruppo giapponese ha scoperto incisioni interessanti tra l´anticamera e la scava che vi da accesso. Si legge: "Anno tre, terzo mese della stagione-akhet, giorno sette". Seppure il suo significato non è chiaro, questa potrebbe essere la data in cui Amenothep III fu chiuso nella tomba. Se vero, questa iscrizione potrebbe in qualche modo gettare luce su qualsiasi ipotesi di co-reggenza (ancora molto dibattuta) con suo figlio Akhenaten.

Nessun corpo è stato tratto dalla tomba. La mummia di Amenothep III è stata trovata da Victor Loret nel 1989 nella tomba di Amenothep II (KV35), insieme con una mummia che attualmente si crede fosse la sua adorata moglie Regina Tiye.

E´ strano comunque che la tomba di Amenothep III, la cui pacifica e prospera era fu segnata da una grande attività edilizia, e che costruì tanti splendidi monumenti, non sia stata fino a poco tempo fa considerate meritevole di attenzione professionale. Il suo favoloso palazzo a Malkata, nella necropoli, era parte di una grande tenuta con ampie sale per le udienze, viali per passeggiate, ville per i pubblici ufficiali, cucine, uffici, laboratori, e quartieri per la servitù. A Karnak inaugurò un nuovo tema architettonico, un imponente pilone – una torre di pietra declinante alla base verso l´interno ed il suo cortile solare al Tempio di Luxor è una dei più grandi esistenti, con le sue sette coppie di colonne con capitelli a calice e pesanti architravi. Il tempio funebre di Amenothep sulla necropoli fu sfortunatamente spazzato via da una potente inondazione e le sue pietre riutilizzate per successivi monumenti, ciononostante le massicce statue, tristemente corrotte dagli agenti atmosferici, conosciuti come i Colossi di Memnone, costituiscono un impressionante reperto di questa età dell´oro.

Il Ministro della Cultura, Farouk Hosni ha dichiarato che il regno del faraone segnò uno splendido sviluppo nella scultura, e si riferisce particolarmente alla "apparizione di dettagli come indumenti drappeggiati e figure di bellezza tale che adombrare lo stile di Amarna che sarebbe emerso nel regno del suo successore, Akhenaten."

Amenothep morì all´età di 50 anni, nel 39° anno del suo regno, di una malattia non identificata. Il lavoro sulla sua tomba potrà ancora offrire risposte a molte delle questioni irrisolte