sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
2 Dicembre 2004 ARCHEOLOGIA
APCOM
MEDITERRANEO/SPONDE 2004: CULTURA DEL DIALOGO TRA LE DUE RIVE
tempo di lettura previsto 3 min. circa

Roma - La cooperazione per la preservazione e la promozione del patrimonio culturale: è questo il titolo della tavola rotonda con la quale oggi si sono aperti alla Farnesina i tre giorni della manifestazione "Sponde 2004", dedicata al dialogo nell'area euro-mediterranea.

"Sponde" è una manifestazione politico-culturale promossa dal ministero Affari Esteri, che si colloca nel quadro delle attività dell'Osservatorio permanente per il Mediterraneo: "La creazione dell'Osservatorio del Mediterraneo - ha detto oggi Mohamed Aziza, direttore generale del dipartimento - non risponde solo ad una nostalgia per il passato. Al contrario si occupa, sia sul versante della riflessione che su quello operativo, delle diverse sfere della vita politica, economica, sociale, culturale e scientifica delle due rive del Mediterraneo".

La giornata di oggi è stata dedicata al ruolo e al contributo dato dall'Italia alla salvaguardia del patrimonio archeologico-culturale dell'area mediterranea. Atonia Recchia, direttrice generale per l'innovazione e la promozione del ministero dei Beni Culturali, ha detto che "la consapevolezza del ruolo che l'Italia può e deve avere nell'ambito dei Paesi e delle civiltà che si affacciano sul Mediterraneo, è diffusa e condivisa. Il bisogno di conservare il nostro patrimonio - ha aggiunto Recchia - è un parametro di civiltà e una necessità per la fruizione: una fruizione che è diritto delle generazioni future".

Oggi esperti, studiosi ed accademici hanno fatto il punto sulla situazione dei progetti che in vario modo coinvolgono il nostro Paese: la rivalutazione del patrimonio archeologico egiziano, la ricostruzione in Iraq, i progetti per i siti archeologici di Ebla in Siria, a Cirene in Libia, a Thamusida in Marocco.

Riccardo Sessa - direttore generale per i Paesi del Mediterraneo e Medio Oriente degli Affari Esteri - ha ricordato che le basi del programma di salvaguardia del patrimonio iracheno sono state gettate già nella primavera 2003, non appena terminata la fase acuta del conflitto. Gli interventi attuati dall'Unesco e nei quali l'Italia svolge un'attività di primo piano, si sono per ora concentrati sul museo di Baghdad e su un'opera di censimento dei beni mancanti: sono più di trecento i pezzi già recuperati.

Il professor Emanuele Papi, dell'Università di Siena, si occupa dei lavori del sito archeologico di Thamusida, 150 chilometri a Nord di Rabat, in Marocco: "Tutte le rovine archeologiche - ha detto Papi - sono in un certo senso luoghi della contemporaneità in quanto frutto di interventi, ricostruzioni, manipolazioni successive e continue nel tempo: Thamusida è stata ad esempio lo scenario nel quale si sono succeduti nel tempo berberi, punici, romani e arabi".

L'intento ultimo e la vocazione dell'Osservatorio del Mediterraneo è la creazione di un dialogo tra le civiltà che parta dagli elementi concreti dell'archeologia intesa come cultura. Il segretario generale degli Affari Esteri, Umberto Vattani ha sottolineato che "l'Italia, per la sua storia e la sua collocazione geografica, è il ponte ideale tra le culture europea, nordafricana e mediorientale" che si incontrano nel Mediterraneo.

Le attività di 'Sponde 2004' proseguiranno con i convegni di domani (Cooperazione e Comunicazione nel Mediterraneo) e di sabato (Vivere insieme nel Mediterraneo).