sei in Home > Archeologia > News > Dettaglio News
11 Febbraio 2003 ARCHEOLOGIA
Kathimerini
Archeologi e residenti offesi dalla opere di Philopappou
tempo di lettura previsto 2 min. circa

Gli archeologi e i residenti dell´area di Philopappou sono insorti ancora una volta per i lavori portati avanti su questo idillico sito di 70 ettari nel centro storico di Atene.

La costruzione di un recinto perimetrale, lavori nella vecchia miniera e la cementificazione di parte della collina come continuazione della strada pedonale di ciottoli progettata da Dimitris Pilionis hanno levato la forte opposizione del movimento che coordina le proteste.

Gli archeologi sostengono che i ritrovamenti al sito storico sono di eccezionale importanza e che la recinzione è stata approvata con riluttanza. "Sappiamo che la decisione è tutt´altro che piacevole, ed ecco perché gli archeologi hanno i loro rimpianti. Le inferriate poste lungo la Apostolou Pavlou sono prive di qualsiasi senso estetico; le rimuoveremo quando potremo assicurare le rocce che rischiano di franare" ha dichiarato Yainnis Kalantidis, presiedente della compagnia per l´unificazione dei siti archeologici (EAXA), parlando ad un incontro pubblico presso gli uffici dell´Associazione Ellenica per la Protezione dell´Ambiente e del Patrimonio Storico e Artistico.

Un altro argomento citato in favore della recinzione perimetrale è che la diminuzione di fondi rende impraticabile un´adeguata sorveglianza della zona. Le soluzioni proposte per bloccare il traffico sono state attuate solo in parte: "Abbiamo innalzato due colonne di marmo all´entrata di Philopappou, ma sono state buttate giù. Abbiamo pensato allora di mettere una catena, a cui avessero accesso solo i Vigili del Fuoco, le ambulanze ed i sacerdoti della chiesa di Loumbardiaris, " continua Kalantidis.

I residenti locali insistono che il recinto non è accettabile, e si oppongono alla mostra all´aperto che l´EAXA sta preparando. Descrivono le strade che incrociano la passeggiata di ciottoli come "arterie di traffico oltraggiose" e suggeriscono che l´EAXA ed il Ministero della Cultura spendano i pochi fondi rimasti per altre cose, come completare il sistema di protezione dagli incendi, rinsaldare le rocce franose sul declivio meridionale, garantire un servizio di vigilanza, eliminando le strade di cemento e proibendo il traffico veicolare al sito.