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7 Febbraio 2003 ARCHEOLOGIA
Kathimerini
Tesori sommersi nei Mari della Grecia
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Atene – Nascosto in un anonimo ufficio di Atene, giace l´ultimo sogno di ogni avventuriero – una rappresentazione grafica dei giorni moderni che mappa in modo dettagliato più di 1000 antichi naufragi ancora sommersi sotto i mari greci.

Per secoli, generazioni di cacciatori di tesori hanno esplorato le profondità attorno alla terraferma greca e alle sue isole, ma solo di recente lo sviluppo di nuove tecnologie ha permesso agli archeologi marini di individuare con precisione le centinaia di relitti nascosti nelle profondità marine.

E non sembrano avere intenzione di condividere queste informazioni con alcuno.

"Questi (naufragi) sono stati catalogati elettronicamente, si trovano ovunque", ha dichiarato Aikaterini Dellaporta, direttore del Dipartimento di Autorità Sottomarine presso il Ministero della Cultura. "Se pubblicassimo la mappa, temo che in molte di queste aree si dovrebbero imporre limiti alle immersioni" ha aggiunto.

Le autorità greche ricompensano chi si imbatte in qualcosa di valore storico per caso. Molti tesori individuati nel passato sono stati scoperti da pescatori o da subacquei dilettanti. La caccia di tesori è illegale in Grecia e le immersioni subacquee sono consentite solo in aree limitate, lungo soli 500 km su i 15000 delle coste egee.

Le autorità temono che le antichità trovate da sommozzatori dilettanti possano finire sul mercato nero, finanziato dai collezionisti di tutto il mondo.

Gli archeologi marini greci hanno documentato e mappato più di 1000 siti di naufragi – il più antico presso l´isola di Dokos nel Golfo di Argos, databile al 2200 a.C.- come anche città sommerse, molte delle quali risalenti a tempi antichissimi, e collassate per via di potenti terremoti.

Molte delle scoperte sono piuttosto recenti, poiché solo negli ultimi tempi gli archeologi sono stati in grado di esplorare profondità superiori ai 40 metri, dove giace la maggior parte dei reperti, supportati dalle più recenti tecnologie sonar e dall´uso di natanti per l´esplorazione delle profondità marine. Hanno usato anche veicoli sottomarini autonomi (AUV) sviluppati in cooperazione con il Massachusetts Institute of Technology.

Ma alcuni dei ritrovamenti-chiave sono avvenuti nel modo tradizionale, ad opera di ignari pescatori.

La più alta ricompensa mai corrisposta dal Consiglio Archeologico Centrale è stata di 440.000 euro per la scoperta di un´antica statua greca raffigurante una figura femminile, "catturata" dalla rete di un pescatore a largo delle isole di Kalymnos nel 1995.

E due anni fa, quando un oggetto di forma insolita è rimasto intrappolato nella sua rete, un pescatore a largo di una remota isola Egea, si è immerso alla profondità di circa 35 metri, per scoprire circa 50.000 monete di rame, placcate d´argento, sul fondo del mare. Le monete, trovate a largo dell´isola di Astypalaia, si datano al III secolo ed il ritrovamento ha fruttato al pescatore 350, 000 euro di ricompensa. La sua informazione ha infatti condotto gli archeologi a quattro antichi relitti, uno contenente un sarcofago di piombo ritenuto essere appartenuto ad un ufficiale romano che morì in Medio Oriente.

Altro vascello trasportava una consistente quantità di ciotole d´argilla per l´uso quotidiano, che rappresentava il primo carico di una produzione completa di vasellame da cucina, usato nell´era romana. Ed un altro, datato al III secolo a.C., portava anfore o giare di eccezionale raffinatezza, contenenti vino o olio, dall´isola di Kos. Altri dodici relitti, databili dal II secolo a.C. al III secolo d.C., sono state scoperte recentemente intorno alle isole del Dodecanneso nell´Egeo orientale, alcune alla profondità di circa 90 metri, ha riferito Dellaporta.

Ma la maggior parte dei relitti scoperti fino ad ora sono già stati depredati, danneggiati dalle reti dei pescatori o dalla pratica illegale della pesca con dinamite. A dispetto delle generose ricompense del Ministero della Cultura Greco, molti artefatti trovati dai pescatori finiscono ancora sul mercato nero. "Vi è sempre stato un grande traffico di opere d´arte e reperti archeologici, dai tempi dei romani, al Rinascimento, al giorno presente. Molto spesso le principali case d´asta internazionali non conoscono l´identità degli anonimi compratori o venditori per particolari oggetti" ha dichiarato Dallaporta.