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17 Febbraio 2003 ARCHEOLOGIA
TIME
Ritiro Spirituale
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Non vi fu dubbio nella mente di Hiram Bingham: si era imbattuto in un qualcosa di mistico, nell´estate del 1911, quando scoprì lo spettacolare insediamento Inca ora noto come Machu Picchu. Era convinto che il remoto avamposto peruviano, dotato di abitazioni e templi, fosse una città sacra, il luogo di nascita di una finale resistenza degli Incas, dove le vergini si ritiravano per votarsi alla santità e i sacerdoti veneravo il dio sole. Il carismatico Bingham – un archeologo della Yale University, in seguito Governatore dello Stato del Connecticut e Senatore al Congresso statunitense, molto più tardi modello per l´Indiana Jones di Hollywood - annunciò, in una serie di articoli e libri di enorme successo, la sua sensazionale scoperta, ed il mondo si innamorò. Religiosi, spiritualisti e semplici turisti diedero inizio ad un pellegrinaggio a Machu Picchu, che ancora non si è interrotto.

Ma cosa vanno a visitare, esattamente? Più di 90 anni dopo la prima comparsa di Machu Picchu sulle mappe scientifiche, i moderni archeologi stanno sollevando ora la possibilità che non si tratti affatto di un centro spirituale. Machu Picchu, da quanto emerge, potrebbe essere stato niente più che un ritiro di montagna per l´Imperatore Pachacuti e la sua corte reale, una sorta di Camp David del XV secolo.

"Era semplicemente una residenza di campagna ove si recavano per allontanarsi dalla capitale, Cuzco" dichiara l´archeologo di Yale Richard Burger. "In fondo erano solo tre giorni di cammino".

In retrospettiva, Bingham potrebbe essere scusato per aver concluso che Machu Picchu fosse il più sacro dei siti Inca. La sua inaccessibilità certamente lo faceva pensare. Così come alcune delle sue strutture apparentemente religiose, che furono costruite con una distintiva progettazione a tre finestre, ad evocare la leggenda che il popolo Inca fosse stato creato da tre fratelli che apparvero attraverso un trio di portali. E l´ampia percentuale di scheletri che gli esperti di Bingham determinarono appartenere a donne, suggerirono i resti di un convento inca.

Ma l´idea che siano solo fantasie è pure piuttosto persuasiva. Non vi sono registrazioni Inca –gli Inca non avevano linguaggio scritto- ma gli spagnoli, che conquistarono gran parte del Sud America, ne tennero tantissime. Quindici anni or sono, John Howland Rowe, antropologo dell´Università di Berkeley, California, stava studiando gli archivi lasciati dagli spagnoli a Cuzco, quando si imbatté in un testo legislativo del XVI secolo, attribuito ai discendenti di Pachacuti, ove si chiedeva la restituzione delle terre di famiglia, incluso il ritiro chiamato Picchu. Nel corso degli anni, altri ricercatori hanno scavato più a fondo nel mistero, ma nessuno più approfonditamente di Burger, ex-allievo di Rowe, e di sua moglie Lucy Salazar, un´archeologa di Yale.

Burger e Salazar hanno intrapreso una nuova interpretazione dei reperti e delle costruzioni e concluso che Mach Picchu era densamente popolata da manovali, probabilmente portati là dai reali per i materiali e gli utensili di cui avevano necessità. Studi facciali dei teschi recuperati rivelano una ricca concentrazione di gruppi etnici, indicanti un mix multi-culturale di servi, contrapposto ad una classe uniforme di sacerdoti. Analisi degli scheletri condotti dal medico antropologo John Verano dell´Università di Tulane, e collaboratore di Burger e Salazar, mostrano che il rapporto tra femmine e maschi era comparativamente perfino di 3 a 2 e che i familiari e perfino i bambini vivevano e lavoravano al sito, suggerendo che almeno alcune delle supposte vergini potessero essere invece impegnate a dare alla luce i bambini. In ultimo, le accurate analisi delle ceramiche recuperate, che cambiarono in stile con il passare delle generazioni, rivela che Machu Picchu non fu frequentata per secoli, come Bingham riteneva, ma abbandonata dopo soli 80 anni, quando i rivolgimenti politici avrebbero reso difficile mantenere il costoso ritiro.

E cosa dire di tutti i templi scoperti da Bingham? "L´imperatore era considerato discendente dal sole, così vi sarebbe dovuta certo essere una componente religiosa" ha dichiarato Burger con una scrollata di spalle. "Ma gli Incas probabilmente trascorrevano la maggior parte del loro tempo a cacciare o bere birra di grano sulla plaza".

I nuovi ritrovamenti saranno un duro colpo per i mistici e gli ufologi, come Shirley McLaine, che enfaticamente sostengono di avere avuto esperienze fuori-dal-corpo a Machu Picchu. Ma perfino i più fervidi sostenitori avranno tempo per abituarsi all´idea. Una mostra di 420 artefatti incas – 354 dei quali provenienti da Machu Picchu – curata da Burger e Salazar, ha aperto il mese scorso al Peabody Museum di Yale, dove resterà fino al 4 di maggio. Quindi inizierà un tour di due anni, toccando Los Angeles, Pittsburgh, Denver, Houston, Chicago.