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17 Febbraio 2005 ARCHEOLOGIA
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GLI ARCHEOLOGI TROVANO UN ANTICO SITO
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Santa Fe, New Mexico – Un antico pueblo, risalente a 600 anni or sono, si trova sepolto sotto il Municipio di Santa Fe, il suo centro congressi, ed il parcheggio comune, ed alcuni edifici federali nelle vicinanze. Un rapporto archeologico dell´Ufficio per gli Studi Archeologici del Museo del Nuovo Messico, ha confermato quello che gli archeologi e gli storici di Santa Fe sospettavano da tempo. Il rapporto sarà sottoposto al comitato archeologico della città di Santa Fe nei prossimi giorni.

Il villaggio, relativamente indisturbato, si data tra il 1350 ed il 1400 d.C., e fu probabilmente un villaggio Tewa, riportano gli esperti.

Gli archeologi dello stato hanno effettuato scavi di prova nel Gennaio, e lo scorso Ottobre, in vari punti del parcheggio.

Le fosse – da 3 a 4 piedi di profondità – hanno aiutato il team a scoprire quel che appaiono essere le fosse sepolcrali con resti umani, cocci di ceramiche, kivas e strumenti, insieme con manufatti del Periodo Territoriale di Santa Fe, dal 1846 al 1912, come il bottone di una giacca da ufficiale dell´esercito.

I resti di cinque-otto persone sono stati lasciati sul luogo, e quindi riseppelliti, ha dichiarato il rapporto.

Scavi di verifica dovranno essere condotti prima che il Consiglio Cittadino possa dare la concessione edilizia ad un nuovo Centro Civico da 42 milioni di dollari, per sostituire l´antico Centro Congressi di Sweeney.

Alcuni membri del consiglio di Santa Fe esprimono preoccupazione all´idea di costruire su un antico sito pueblo, ma i sostenitori del Centro Civico sostengono che qualsiasi nuova costruzione nella città potrebbe danneggiare siti storici di potenziale grande importanza.

Gli archeologi dello stato auspicano che non si costruisca.

"Qualsiasi modifica, espansione o distruzione dell´attuale struttura provocherà disturbo ai depositi culturali identificati all´interno dell´area protetta. La nostra priorità è sempre la preservazione" ha dichiarato l´archeologo Stephen C.Lentz, che ha steso il rapporto.

Lentz sostiene vi sia sempre modo di ridurre il disturbo di resti archeologici, se non è proprio possibile non costruire. Ad esempio, prelevare immagini digitali e svolgere accurate mappature dei siti, affinché si possa avere una precisa idea e riproduzione degli insediamenti, ha dichiarato.

Si attende che il comitato archeologico cittadino dia il "via-libera" ai lavori di recupero. Il team riaprirà le aree che erano già stati scavati e recupererà qualsiasi reperto che sia possibile analizzare mediante la datazione al carbonio.

Uno scavo su larga scala richiederebbe almeno alcuni mesi, ha spiegato Lentz, che ha accarezzato l´idea di creare un centro di interpretazione dei dati, presso il nuovo centro civico, che comprenda un´area aperta, atta a mostrare al pubblico la struttura una volta sepolta, riscoperta dagli archeologi.